Ceto Metallurgici "L'Arresto" - Rassegna Stampa

Sulla soglia…

CRONACHE
Di Nino Barone

Sulla soglia…

21 gennaio 2018: si è scritta la storia. Persino la sede dell’Unione Maestranze, spesso teatro di accesi dibattiti, trasudava buon senso.
I volti di chi vi ha preso parte apparivano sereni e appassionati. Ciascuno dei partecipanti ha espresso liberamente il proprio pensiero. È così che si fa quando a prevalere sono l’educazione e il dialogo. La conduzione dell’assemblea è stata impeccabile, diplomatica al punto giusto.
Il vice presidente attuale Leonardo Buscaino dimostrava ancora una volta le sue capacità aggregative ma soprattutto sembrava dotato di una grande virtù: l’ascolto. Io, da capo console fantasma, sostavo in religioso silenzio sulla soglia d’ingresso della storica sala.
Assistivo da lì, con la speranza nel cuore, il dibattito intrapreso: intenso, interessante e mai puerile. Alla fine il voto per la delibera e il riconoscimento delle categorie affini realizzava un sogno, quello di tanti nel vedersi finalmente riconosciuti all’interno di un sistema, fino a ieri troppo restrittivo, in cui, per anni, si è vissuti nell’ombra. Sedici in tutto, dei diciotto ceti presenti, i voti favorevoli all’ampliamento categoriale.
Le tensioni che avevano scandito i mesi precedenti ora lasciavano spazio a candidi sorrisi. Soffierà un vento nuovo? O è soltanto l’illusione di chi vive nell’idea che le cose prima o poi possano cambiare? Lo vedremo. Dopo la votazione avvertivo l’esigenza di oltrepassare quella soglia.
Allora mi adagiavo sulla prima sedia disponibile e quel fantasma che era in me sembrava svanito nel nulla. Finalmente mi sentivo uno di loro, un capo console in carne ed ossa.
La sensazione durava pochi istanti perché improvvisi dubbi affollavano la mia mente. Cosa succederà ora – mi chiedevo turbato mentre insieme agli altri defluivo rapidamente.
Ci saranno altri veti e tensioni – continuavo a chiedermi nella speranza di trovare nei volti soddisfatti di altri consoli quelle rassicurazioni che avrebbero consacrato la mia gioia comunque velata da mille perplessità. Andai e tolsi per un momento dalla mia mente i pensieri negativi che mi tenevano prigioniero.
Dai! Non sei più un fantasma – mi sussurravano gli amici. Sentivo attorno a me un calore materno nel quale riponevo tutte le mie ansie. Cominciai a pensare all’organizzazione della prossima processione.
Era lì che bisognava concentrarsi per compiacere la maestranza ma soprattutto i trapanesi sempre più distanti dai riti della Settimana Santa.
Un piccolo, significativo passo in avanti veniva comunque effettuato anche se il cammino sarà lungo e altri obiettivi attendono di essere raggiunti. Uno tra questi: il riconoscimento dei “figli d’arte” ossia gli eredi. Anche per loro un destino inaccettabile: la soglia!