‘I picciuli sono sempre più pochi

CRONACHE
Di Nino Barone

‘I picciuli sono sempre più pochi

E’ automatico. Mentre l’estate termina portandosi via pure settembre, il nostro sguardo è già puntato su un’altra stagione che arriva. L’autunno, vi direte! No, non proprio! La stagione a cui mi riferisco è calda, molto calda, come la passione travolgente di un amore appena cominciato. Ad aprirsi, sotto gli occhi increduli dei tanti malati è la stagione dei Misteri. Increduli e felici di tornare ancora protagonisti sotto le possenti aste di quelle vare che, come per miracolo, si adagiano sulle spalle dei devoti divenendo un tutt’uno indivisibile.
Ecco che parole dette e frasi fatte cominciano a riecheggiare nell’aria. Ognuno, pure se dimostra il contrario, cerca di portare acqua al proprio mulino, ma si sa, la competizione è parte integrante del rito plurisecolare da consentire, probabilmente, il suo incessante rinnovarsi.
In questo periodo sono molti gli individui che ostentano orgogliosamente gli anni di servizio maturati come a voler rivendicare il diritto, sacrosanto, al rispetto, soprattutto dei più giovani, i quali, a volte, presi dall’eccessivo entusiasmo, mostrano indifferenza verso gli esperti consolidati. Dall’altro versante gli anziani, che spesso non riescono a valorizzare i giovani, neppure quelli che si mostrano, invece, umili e capaci. Due generazioni, insomma, più propensi all’affronto che al confronto.
Chi, tra tutto questo, rimane impavido sono loro: i Misteri.
Quelle figure immobili che, come attori, attendono, solo per una volta all’anno, di entrare in scena, di darsi ai fedeli con la speranza che questi possano comprendere il senso di quelle interpretazioni.
Fra qualche mese la stagione raggiungerà picchi elevati, nonostante, ironia della sorte, l’inizio delle Scinnute che scandiranno il tempo di una Quaresima attesa, in cui si parlerà ancora di itinerario, di strade adatte e meno adatte, di bande buone e meno buone, di processioni interminabili, di portatori e volontari, ma soprattutto si parlerà di picciuli.

Intanto Trapani si prepara alla festa dei Morti e all’imminente Natale mentre gli addetti ai lavori si rivedono la domenica mattina al Cappellaio Matto, bar all’angolo tra il corso Vittorio Emanuele e la via Gen. Domenico Giglio. Un solo argomento scandisce il tempo in quei frangenti domenicali, a parte i timidi e fugaci accenni allo sport: i Misteri. Ecco che il giorno della festa si colora di Passione. E mentre nella vicina Cattedrale si celebra Cristo Risorto, la strada, invece, odora di Morte. Le solite facce s’alternano nella vicina chiesa del Purgatorio, sede dei Misteri, in un assordante chiacchiericcio che coinvolge tutte le figure della processione.
Consoli, massari, volontari, musicanti che, riuniti in gang, discutono animosamente su temi comuni riguardanti il sacro rito, ma soprattutto, si studiano eventuali strategie atte a far dimettere il presidente dell’Unione Maestranze di turno. Non importa se questo sia stato buono o cattivo purché si dimetta. Il più delle volte le motivazioni hanno radici profonde: ‘i picciuli. Un presidente che non riesce a reperire fondi, oltre a quelli elargiti dal comune, non è degno neppure di sfiorare quella poltrona calda e ambita.
D’altro canto non mancano nemmeno i candidati, sempre gli stessi, che promettono con spregiudicatezza soldi a palate riempiendo gli occhi delle maestranze più povere con slogan populisti ad alti livelli. Persino la politica fa la sua parte e gli interventi che si susseguono nelle varie manifestazioni organizzate dai ceti appaiono rassicuranti: Noi vi siamo vicini; Anche quest’anno il comune ha stanziato i fondi per la processione. Peccato che, per i tanti veneratori del “sacro”, ‘i picciuli sono sempre più pochi.
Ciò nonostante le spese sostenute non variano, anzi, lievitano in modo esponenziale. Cresce persino il conflitto d’interesse tra volontari e portatori remunerati, i primi amano l’asta e non vogliono i soldi, i secondi amano i soldi e sopportano l’asta. Sembra una commedia brillante ma è la cruda realtà che circonda i Misteri.